Fashion Mission (Im)possible: ridurre i prezzi e alzare la qualità
Reading time: 5 minutes

by Erica Corbellini
SDA Professor of Strategic and Entrepreneurial Management
Le aziende della moda/lusso, ossia quelle che vendono capi soggetti a un ciclo di vita stagionale ma a un prezzo così elevato che molti analisti le definiscono come lusso (pur essendo i due concetti diversi - il lusso è atemporale e iconico, la moda stagionale e di tendenza - i modelli di business nell’alto di gamma tendono sempre più a collidere) sembrano entrate in una fase di difficoltà dalla quale stentano a riprendersi.
Nonostante il lusso sia tra i settori che hanno reagito meglio alla crisi, molti segnali fanno temere che la crescita degli anni 2010-2014 non si ripeterà nei prossimi anni. Nel 2015, infatti, dopo anni di aumento spensierato del valore dei titoli, il saldo della performance azionaria di molte aziende è stato fortemente negativo: si va dal -46% di Prada, al -32% di Burberry, mentre le azioni di Brunello Cucinelli e Ferragamo hanno registrato rispettivamente un -19% e -10,8%. Ma a scendere non è stato solo il valore del capitale, nel caso di Prada, per esempio, i risultati economici del 2015 sono stati i più bassi degli ultimi cinque anni (-27% dei profitti e -8% delle vendite). Stessa sorte per Burberry i cui profitti nel 2016 dovrebbero scendere per il secondo anno consecutivo a causa dell’effetto combinato del rallentamento della domanda in Asia e della diminuzione dei flussi turistici in Europa per gli attacchi terroristici.