PMI: cinque leve per diventare grandi
Reading time: 5 minutes

Qualche mese fa, la società ICM International ha stilato una classifica, riportata dai principali quotidiani nazionali, dei marchi italiani più appetibili per i fondi e gli investitori internazionali. Come al solito, guardando la parte alta della classifica, a farla da padrone sono le aziende del settore dell’abbigliamento (Liu Jo, Canali, Cavalli, Original Marines, Capri), della moda (Furla), dell’alimentare (Pasta Divella, Mutti) e dell’arredamento (Molteni, iGuzzini), che coprono tutte le prime dieci posizioni. Si tratta di aziende con una forte connotazione di Made in Italy, che hanno saputo consolidare nel tempo la presenza sui mercati internazionali, che hanno fatto della qualità del prodotto un elemento caratterizzante dell’offerta, ma che oltre a tutto questo hanno un ulteriore elemento in comune: hanno tutte un fatturato compreso tra i 150 e i 300 milioni di euro.
Certo, la dimensione non è l’unico elemento di valore, come testimonia il gran numero di aziende che sono ricomprese nella stessa fascia di fatturato e che non sono ai primi posti della classifica. E’ peraltro vero che, laddove siano presenti una serie di altri elementi di eccellenza, la dimensione continua a fare la differenza.
Senza voler, con questo, entrare in annosi dibattiti sulla dimensione ottima delle imprese e dover scegliere tra piccole dimensioni e flessibilità, da una parte, e grandi dimensioni ed efficienza, dall’altra, forse vale la pena fare qualche riflessione sul tema della crescita e indicare un percorso in cinque mosse per le imprese di piccole e medie dimensioni, soprattutto in uno scenario competitivo che è molto cambiato in questi anni.